La vittima di stalking e il danno psicologico

Lo stalking produce un danno psicologico alle vittime.

La continua e ripetuta  violazione della libertà personale posta in essere mediante stalking può condurre a reazioni psichiche delle vittime, con importanti modificazioni ed alterazioni della sfera emotiva, affettiva e relazionale. Questa condizione può determinare e sfociare in un vero e proprio disturbo psicopatologico.

Il fatto che lo stalking spesso si protragga per molti mesi o anni lo distingue da altri crimini interpersonali “acuti”, per esempio lo stupro o la rapina che si verificano una sola volta in uno spazio di tempo relativamente breve. Lo stalking per essere tale  è, per sua stessa natura, “cronico”.

Le vittime vivono come in una gabbia, si sentono prigioniere di una rete che le controlla e le opprime.

A causa di questa “cronicità” dei reiterati e persistenti comportamenti di stalking, le vittime sempre vivono in uno stato di minaccia, di pericolo. A volte, nei casi più invasivi o nelle vittime più esposte,  questo stato di allerta perdura per molto tempo anche dopo che i comportamenti di stalking hanno avuto fine.

Le vittime poi possono essere anche le persone attorno alla “vittima primaria“.  Lo stalking infatti è un comportamento che può coinvolgere anche familiari, parenti e amici della persona presa di mira, mettendoli in pericoli e riducendo drasticamente la loro qualità di vita.

Purtroppo sono ancora scarse le ricerche volte a stilare i fattori di rischio di vittimizzazione, eccetto la maggior probabilità per il sesso femminile.

Classificazione delle vittime

Pathè, Mullen e Purcell classificano le vittime secondo la relazione con l’aggressore e il contesto iniziale delle molestie:

  • Ex-Partner: la vittima è tipicamente una donna, benché non manchino casi di uomini perseguitati da ex-mogli. C’è anche una piccola percentuale di stalking perpetrato anche da aggressori dello stesso sesso della vittima. Vista la precedente relazione sentimentale con il molestatore, queste vittime sono soggette a lunghi periodi di molestia, e sono più probabilmente oggetto di violenza fisica. Spesso oltre allo stress emotivo, le vittime sviluppano un forte senso di colpa, credendo di aver istigato il comportamento dello stalker.
  • Amici e conoscenti casuali: la vittima è generalmente un uomo, preso di mira dopo un incontro occasionale. Lo stalking è poco persistente e non arriva quasi mai alla violenza fisica.
  • Professionisti: senza distinzione di genere, possono diventare bersaglio di stalking tutti quei professionisti che lavorano in contatto con persone sole, vulnerabili o disturbate mentalmente. Insegnanti, avvocati o infermieri ne sono un esempio, sebbene le categorie più a rischio siano rappresentate da psicologi e psichiatri. Operano in questa categoria stalker “incompetenti”, “in cerca di intimità” o “rifiutati”, soggetti quindi, incapaci, di rispettare il confine della relazione terapeutica il cui eventuale termine può costituire un momento di stress e un vissuto abbandonico facilmente interpretabile come un rifiuto.
  • Sconosciuti: le vittime perseguitate da sconosciuti corrono un minor rischio di violenza fisica. Però i sentimenti più frequenti che le vittime provano sono quelli di confusione e disorientamento per l’incapacità di dare un senso alle persecuzione e all’identità dello stalker tanto che diventa perfino difficile uscire di casa.
  • Persone famose: le vittime sono persone con una grande visibilità pubblica e mediatica come attori, modelle, cantanti, campioni sportivi o politici.
  • False vittime: le vittime inventano lo stalking come conseguenza sia di una patologia (deliri o disturbi fittizi) sia di una consapevole macchinazione ai danni di qualcun altro.

Danni psicologico alle vittime di stalking

La letteratura scientifica avverte che lo stalking può comportare l’insorgenza di quadri di interesse psicopatologici:

  • i quadri più comuni sono rappresentati dai Disturbi dell’Umore (Disturbo dell’Adattamento, Disturbo Distimico e Disturbo Depressivo Maggiore), dai Disturbi d’Ansia (Disturbo d’Ansia Generalizzato, Disturbo Post Traumatico da Stress-DPTS- e Disturbo da Attacchi di Panico) e dai Disturbi Somatoformi;
  • mutamenti caratteriali con comparsa o accentuazione di sospettosità, paurosità, introversione, stato di allarme;
  • la tipica triade sintomatologica caratterizzata da hopelessness (mancanza di speranza), helplessness (senso di non poter essere aiutati) e worthlessness (sentimento di autosvalutazione);
  • paura, vergogna, senso di perdita, minor fiducia negli altri, senso di isolamento.

Nel campione di Purcell et al., un terzo delle vittime manifestava ancora problemi psico-patologici ad un anno dalla fine dello stalking.

In particolare, alcuni Autori descrivono una vera e propria sindrome specifica nella vittima di stalking, definita S.T.S. (Stalking Trauma Syndrome) e caratterizzata da aspetti analoghi ad altre fattispecie quali il disturbo post traumatico da stress (DPTS), la sindrome da maltrattamento e la sindrome da trauma da rapimento.

 

  • Bibliografia di riferimento
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  • Meloy JR., The scientific pursuit of stalking. Specialized training service. San Diego, CA: Academic Press 2006.
  • Meloy JR., Violence risk and threat assessment. San Diego: Specialized Training Services 2000.
  • Mullen P, Pathè M, Purcell R, et al. Study of stalkers. Am J Psychiatry 1999;156:1244-9.,
  • Mullen P, Pathè M, Purcell R. Stalkers and their victims. Cambridge: Cambridge University Press 2000. In Palmieri G., Giannini M., Propensione allo stalking: un nuovo strumento di misura, GiornItalPsicopat2010;16:182-191
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