Come stanno cambiando gli uomini?

La maschilità sta vivendo una trasformazione profonda, passando da un modello tradizionale che la identificava con forza, controllo e invulnerabilità, a una visione più complessa e sfumata che valorizza aspetti come l’emotività, l’empatia e la parità nelle relazioni. Questo cambiamento riflette una società in evoluzione e una crescente consapevolezza dei bisogni emotivi degli uomini, influenzando significativamente le loro interazioni affettive. Comprendere queste nuove forme di maschilità è essenziale per analizzare le dinamiche delle relazioni contemporanee e il ruolo degli uomini al loro interno.

Uno degli elementi centrali di questa trasformazione è l’accettazione della vulnerabilità. Sempre più uomini stanno scoprendo che mostrarsi vulnerabili non è sinonimo di debolezza, ma di autenticità. Ammettere e condividere le proprie fragilità porta a relazioni più genuine, basate sulla reciprocità e sull’accettazione. In questo contesto, anche la capacità di esprimere apertamente le emozioni diventa un valore chiave. Uomini di tutte le età stanno imparando a lasciarsi alle spalle l’idea del “vero uomo” che non mostra sentimenti, riconoscendo come la condivisione delle proprie emozioni non solo favorisca la salute mentale, ma rafforzi i legami affettivi, rendendoli più significativi e appaganti.

In linea con questa evoluzione, le relazioni affettive stanno assumendo un volto nuovo, caratterizzato da parità e rispetto reciproco. L’uomo moderno è sempre più orientato a vedere il proprio partner come un eguale, non come qualcuno da controllare o proteggere in modo possessivo. Questo nuovo approccio, basato su collaborazione e compromesso, permette di costruire relazioni bilanciate in cui decisioni e responsabilità vengono condivise, riducendo le dinamiche di potere e promuovendo una comunicazione più aperta e sincera.

Nonostante questi progressi, il cambiamento non è privo di difficoltà. Molti uomini si trovano ad affrontare la resistenza della società, che continua a promuovere modelli di forza e controllo come aspetti essenziali della maschilità. Per molti, il processo di abbandono degli stereotipi tradizionali può comportare crisi e incertezze. Accettare una visione di sé diversa rispetto a quella appresa sin dall’infanzia può generare senso di smarrimento. Tuttavia, questo percorso offre anche molte opportunità: gli uomini che abbracciano una maschilità più aperta e autentica possono costruire relazioni più soddisfacenti, migliorare la propria salute emotiva e contribuire a una società più equa e inclusiva.

Il tema della violenza nelle relazioni è strettamente collegato alla ridefinizione della maschilità. Per molti uomini, l’idea di dominare e controllare il partner è ancora associata a una manifestazione d’amore, un retaggio dei condizionamenti patriarcali che vedono la possessività come protezione. Tuttavia, la violenza spesso nasce da sentimenti di insicurezza e fragilità che l’uomo tradizionale tende a mascherare con atteggiamenti dominanti. Per affrontare e superare questi comportamenti, è fondamentale educare le nuove generazioni e promuovere la prevenzione della violenza di genere attraverso un lavoro di sostegno psicologico e programmi mirati, che permettano agli uomini di sviluppare una gestione sana delle proprie emozioni e relazioni.

Parallelamente alla trasformazione della maschilità, il concetto stesso di identità di genere si sta evolvendo, diventando sempre più fluido. La cultura moderna invita uomini e donne a esplorare le qualità emotive e relazionali che tradizionalmente appartenevano all’altro genere. Così come negli anni Settanta il movimento femminista ha incoraggiato le donne a sviluppare un’identità autonoma senza rinunciare alla propria femminilità, oggi gli uomini sono chiamati a riscoprire qualità come l’empatia, la sensibilità e la tenerezza, senza perdere la propria identità maschile.

Questa sfida è particolarmente significativa per gli adolescenti, spesso in bilico tra l’aspirazione all’indipendenza e il bisogno di approvazione sociale. Gli adolescenti maschi di oggi sono sovente insicuri e si rifugiano in un “falso sé”che maschera la propria fragilità. Come ha descritto Pietropolli Charmet nel suo lavoro sull’adolescenza, questa generazione è simile a “un gigante dai piedi di argilla”: all’apparenza sicura, ma profondamente instabile e incapace di riconoscere e gestire le proprie emozioni. Qui interviene l’importanza di un’educazione emotiva adeguata, che consenta ai giovani uomini di sviluppare una solida alfabetizzazione emotiva attraverso strumenti che utilizzano il potere della narrazione per esplorare e dare voce ai propri sentimenti.

Anche la figura paterna sta acquisendo nuovi significati. Tradizionalmente, il percorso dalla fecondazione alla nascitaè stato considerato un’esperienza esclusivamente femminile. Tuttavia, oggi si riconosce il ruolo fondamentale che il padre può svolgere nel percorso di gravidanza e nei primi anni di vita del figlio, una partecipazione che rafforza il legame con il partner e offre una prospettiva più equilibrata di genitorialità. Questo cambiamento invita a riflettere su narrazioni che relegano la paternità a un ruolo secondario, promuovendo invece una visione condivisa delle responsabilità familiari.

media e i social network giocano un ruolo significativo nella percezione sociale della maschilità. Molti rappresentano l’uomo come narcisista e dominatore, riducendo le relazioni a dinamiche di controllo e sofferenza. Questa immagine, alimentata da articoli e manuali di auto-aiuto, limita la comprensione delle complessità delle relazioni moderne, promuovendo un immaginario negativo che riduce l’uomo a manipolatore e la donna a vittima. Al contrario, la realtà delle relazioni è molto più variegata e necessita di modelli positivi che mostrino uomini capaci di empatia e relazioni autentiche.

Nell’era dei social media e della cosiddetta “galassia dei generi”, la maschilità si trova sospesa tra identità costruite online e la ricerca di autenticità. Questo contesto digitale pone una domanda aperta: la fluidità di genere è l’unica risposta possibile ai bisogni di espressione dell’identità, o esistono vie che permettano di integrare aspetti nuovi senza rinunciare alla propria essenza? La sfida è grande, ma i risultati sono promettenti. Gli uomini che abbracciano una visione moderna della maschilità contribuiscono a costruire una società più inclusiva e relazioni più sane, promuovendo un benessere emotivo che si ripercuote positivamente su tutti.

In conclusione, il concetto di maschilità è in continua evoluzione. Gli uomini di oggi hanno l’opportunità di abbandonare vecchi stereotipi per costruire relazioni autentiche, accogliendo l’empatia e la vulnerabilità come elementi di forza e non di debolezza. Nonostante le sfide, la nuova maschilità rappresenta una risorsa preziosa per una società che punta a promuovere il rispetto reciproco e la parità. Le relazioni che nascono da questa consapevolezza sono più profonde e soddisfacenti, aprendo le porte a un futuro in cui uomini e donne possano vivere liberamente le proprie identità in un dialogo autentico e costruttivo.

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La prospettiva maschile nella violenza di genere

Il rapporto tra i generi è alla base dei reati cosiddetti relazionali. Diventa quindi necessario riflettere sul concetto di maschilità, così come su quello di femminilità.

Il concetto di “essere” o “fare il maschio”, così come quello della donna, si basa su stereotipi che devono essere aggiornati. Il concetto di maschilità si è trasformato da quando si è iniziato a parlare, culturalmente e politicamente, di violenza di genere. Negli ultimi decenni si sono modificati i concetti di violenza e di aggressività. Sono cambiate le relazioni, è cambiata la famiglia, è cambiata la donna, ed è mutata la percezione socio-culturale del maschio.

Di conseguenza, la risposta istituzionale al problema della violenza nelle relazioni d’intimità si è spostata da una prospettiva victim-centred a una perpetrator-centred, con l’obiettivo della prevenzione della recidiva e lo sviluppo di un approccio di comunità.

A fronte di questi mutamenti, è da rivedere – in ottica criminologica – anche la cosiddetta “ruota della violenza”, che oggi cambia ritmo perché sono mutate le modalità e i ruoli di coppia, ed è variata la velocità con cui si consumano le relazioni.

Dal punto di vista criminologico, a fronte delle trasformazioni della coppia e dei modelli relazionali, dobbiamo riflettere su “chi è l’autore di reato e come si riconosce”, o meglio, sulla percezione dell’identità di sé e dell’identità percepitanella dinamica della relazione e dei ruoli sociali.

L’analisi criminogenetica e criminodinamica è un punto fondante quando si stila un trattamento per persone maltrattanti, come previsto dal cosiddetto Codice Rosso.

Altro punto fondamentale per l’impostazione degli interventi riguarda la netta distinzione tra il maschio cosiddetto violento e il comportamento aggressivo, ovvero il distinguere la persona dal comportamento. Sono concetti strutturalmente diversi: parliamo di aspetti personologici assolutamente distinti e di una capacità di gestione e riconoscimento delle emozioni negative sulla quale è necessario intervenire, così come è fondamentale lavorare sull’aggressività e sulla scelta consapevole del soggetto di agire un comportamento violento.