Psicologia, salute e giustizia

Il lavoro di psicologa  oramai da quasi venti anni rappresenta ancora una sfida e una passione. Lavorare con gli altri, incontrare e conoscere persone diverse, di differenti provenienze, con problematicità sfumate o importanti credo sia la maggior ricchezza che questa professione offre.

Credo che il benessere psicologico sia una condizione di equilibrio fra la persona con le sue necessità e le sue risorse, e l’ambiente in cui vive. Si tratta di una condizione dinamica, in continuo mutamento, il cui equilibrio non è dato a priori ma è il risultato di una valutazione che la persona fa della propria qualità di vita, e dipende da numerosissimi fattori individuali, relazionali e ambientali.

Il supporto psicologico aiuta il cliente a raggiungere il suo  specifico risultato di salute o di benessere. Perché in psicologia non esistono malati ma Persone, e  considero il cliente una persona che ha deciso di prendersi cura di se stesso, cioè di farcela. Strumento principe degli interventi è la relazione con il cliente, relazione basata sull’empatia e il rispetto umano.

Infine ….  “Servono i sognatori, serve qualcuno che indichi, con chiarezza e fermezza, il punto di arrivo, che sappia renderlo concreto, possibile, vicino. Qualcuno che — con la teoria e con la pratica — «forzi» il mondo a cambiare. E «forzare» non ha niente di violento, perché quella che va «forzata» è l’immaginazione, perché si possa davvero credere che sì, è possibile superare l’antropocentrismo — l’uomo padrone che può fare del mondo ciò che vuole — per costruire «una nuova narrazione per il nostro futuro», come scrive il filosofo Leonardo Caffo”.

Chi come me si occupa di Persone, di Salute e di Giustizia deve continuare a sognare, a credere fermamente. Essere visionari significa lavorare per il futuro delle Persone.

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